Source text in English | Translation by Claudia Letizia & Silvia Letizia (#26039) — Winner |
Boom times are back in Silicon Valley. Office parks along Highway 101 are once again adorned with the insignia of hopeful start-ups. Rents are soaring, as is the demand for fancy vacation homes in resort towns like Lake Tahoe, a sign of fortunes being amassed. The Bay Area was the birthplace of the semiconductor industry and the computer and internet companies that have grown up in its wake. Its wizards provided many of the marvels that make the world feel futuristic, from touch-screen phones to the instantaneous searching of great libraries to the power to pilot a drone thousands of miles away. The revival in its business activity since 2010 suggests progress is motoring on. So it may come as a surprise that some in Silicon Valley think the place is stagnant, and that the rate of innovation has been slackening for decades. Peter Thiel, a founder of PayPal, and the first outside investor in Facebook, says that innovation in America is “somewhere between dire straits and dead”. Engineers in all sorts of areas share similar feelings of disappointment. And a small but growing group of economists reckon the economic impact of the innovations of today may pale in comparison with those of the past. [ … ] Across the board, innovations fueled by cheap processing power are taking off. Computers are beginning to understand natural language. People are controlling video games through body movement alone—a technology that may soon find application in much of the business world. Three-dimensional printing is capable of churning out an increasingly complex array of objects, and may soon move on to human tissues and other organic material. An innovation pessimist could dismiss this as “jam tomorrow”. But the idea that technology-led growth must either continue unabated or steadily decline, rather than ebbing and flowing, is at odds with history. Chad Syverson of the University of Chicago points out that productivity growth during the age of electrification was lumpy. Growth was slow during a period of important electrical innovations in the late 19th and early 20th centuries; then it surged. | La Silicon Valley è di nuovo sulla cresta dell’onda. Gli uffici allineati lungo la Highway 101 sfoggiano come un tempo le insegne di start-up piene di speranza. Gli affitti alle stelle e il fiorente mercato delle case di villeggiatura in città come Lake Tahoe sono un indubbio sentore di ricchezze che si accumulano. La Bay Area è stata la culla dell’industria dei semiconduttori e delle aziende informatiche che si sono sviluppate in seguito alla sua ascesa. Sono le loro menti geniali che hanno inventato molte delle meraviglie che regalano al mondo odierno la sua aria futuristica, dai telefoni touch-screen alle ricerche rapidissime in enormi biblioteche digitali fino ai droni pilotabili da migliaia di chilometri di distanza. Il ritrovato fermento nelle attività di questo settore dal 2010 è il segnale di un progresso pronto ad accelerare. Date queste considerazioni, potrebbe sorprendere che alcuni frequentatori della Silicon Valley ritengano che la sua atmosfera sia stagnante e che il tasso di innovazione sia in calo da decenni. Peter Thiel, uno dei fondatori di PayPal, nonché primo investitore esterno di Facebook, ha dichiarato che l’America dell’innovazione si trova “in un punto imprecisato tra i guai seri e la tomba”. Ingegneri dalle più varie specializzazioni condividono questa sensazione di delusione e un gruppo di economisti ancora piccolo ma in espansione ritiene che l’impatto economico delle innovazioni di oggi potrebbe impallidire al confronto con quello del passato. [ … ] La disponibilità di potenza di calcolo a basso costo sta alimentando un gran numero di innovazioni nei campi più svariati. I computer stanno cominciando a capire le lingue naturali. Alcuni videogiochi possono essere controllati anche solo con i movimenti del corpo – una tecnologia che presto potrà essere applicata in gran parte del mondo degli affari. Le stampanti 3D sono in grado di riprodurre una varietà di oggetti di complessità sempre crescente e potrebbero presto essere utilizzate per la creazione di tessuti umani e di altra materia organica. I pessimisti dell’innovazione potrebbero considerare la promessa intrinseca in questo stato di cose come utopistica. Ma l’idea che la crescita trainata dall’innovazione debba proseguire con forza immutabile o declinare inesorabilmente piuttosto che essere soggetta ad alti e bassi non trova conferme storiche. Chad Syverson dell’Università di Chicago fa notare come la crescita della produttività durante il periodo dell’elettrificazione non seguì un percorso lineare. La crescita fu lenta tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo - un periodo di importanti innovazioni elettriche - e ritrovò slancio solo in seguito. |